Suonano alla porta e dal citofono risponde una voce che chiede la famosa parola d’ordine: “Anticipo”. Nulla, la porta rimane chiusa. Poi ci prova un altro: “Impostare”. Ancora niente. Ne arriva un altro e sicuro del suo dice “Marcare”. Anche questa volta la porta rimane serrata. Poi, dopo aver gestito il sorteggio dei calci di rigore contro la Spagna e aver giustamente festeggiato l’accesso alla finale di Euro2020, che poi si gioca nel 2021, un ragazzotto ormai più vicino ai 40 che ai 30 bussa alla porta quasi con timidezza. Dall’interno la solita richiesta: “Parola d’ordine”. Dall’altra parte, l’attuale capitano degli azzurri, con quel solito sorriso esibito tanto dopo un fallo e tanto dopo un abbraccio risponde “Mentalità!”. Cigolío e la porta questa volta si apre!
Al centro di una grande sala, una tavola rotonda alla quale sono seduti Scirea, Baresi, Maldini, Nesta e Cannavaro. Poi, davanti ad una delle sedie libere, quel ragazzotto riconosce il suo nome: Giorgio Chiellini. Giorgio si muove lento, quasi incredulo di poter sedere accanto a certi mostri sacri del calcio italiano. Ad ogni passo un ricordo: come la Serie B nella Juve e gli anni da esterno sinistro a Livorno. I tanti insulti presi per quel suo modo di giocare sempre al limite, sempre “mestierante” nei confronti degli attaccanti, da quelli di periferia ai palloni d’oro non faceva differenza.
“Chiellini è scarso”, “Tecnicamente è imbarazzante”, “Chiellini è l’anticalcio per come entra sugli avversari”. Lui però sempre in silenzio a lavorare sodo, a migliorare, a rubare da compagni e da avversari. L’umiltà come benzina indispensabile per crescere studiando da leader. Chiellini leader? Dai non scherziamo! Negli ultimi anni alla Juve lo è stato ma accanto aveva sempre qualcuno più leader di lui a livello mediatico, in primis la società abituata a vincere. Mancava quell’occasione per dimostrare di essere lui la guida del branco. L’occasione è arrivata e lui è diventato “maschio alfa” guidando i suoi a livello tecnico, tattico e caratteriale: mentalità! Ecco la parolina chiave, la parola d’ordine per potersi sedere tra i più grandi, la mentalità! Quell’elemento che va oltre la prestazione del calciatore ma abbraccia il carisma dell’uomo.
Vederlo gestire il sorteggio per i rigori di Italia-Spagna è stato un elogio del leader. Il capitano spagnolo, Jordi Alba uno che ha vinto tutto ciò che era possibile vincere a livello di club e nazionale, sembrava un ragazzino della primavera che si affacciava al calcio dei grandi. In effetti, davanti a lui, aveva uno dei più grandi difensori della storia del calcio italiano ormai al tavolo dei Maldini e dei Baresi.