Di Pierandrea Fanigliulo
C’era una volta ragazzotto che, al tramonto di un ventennio segnato da uno dei centravanti italiani più forti di tutti i tempi, faceva il suo esordio nel calcio dei grandi. Il primo aveva segnato oltre 200 gol in carriera arrivando, nel mondiale del 2002, a diventare il goleador principe per gli azzurri nella massima competizione FIFA. Record che condivide con Roberto Baggio e con il compianto Paolo Rossi, anche loro a quota 9 reti ai mondiali. Il secondo si affacciava in Serie A a soli 19 anni senza passare dalle serie minori ma vincendo due scudetti con la Primavera dell’Inter.
L’impatto di Mattia Destro con il calcio dei grandi sembrava essere quello di un predestinato che stava per prendere il testimone da parte del primo, ovvero Christian Vieri. Bobo aveva lasciato proprio nella stagione precedente e l’Italia trovava in un datato Luca Toni l’unico vero centravanti a propria disposizione. Mattia finì la sua prima stagione in Serie A col Genoa con 16 presenze e due reti, la prima il 12 settembre, proprio nella gara del suo esordio. La seconda stagione punta su di lui il Siena che lo acquisisce in prestito con l’obbligo di riscatto a 1 milione e 300 mila euro. Anche con i bianconeri segna all’esordio da titolare: il 25 settembre in casa contro il Lecce (3-0). Siglerà, contro il Chievo, anche la sua prima doppietta, per poi bissarla contro la Lazio. A fine stagione quel ragazzotto di vent’anni chiuderà con 12 reti in campionato e una in Coppa Italia.
La sua carta d’identità ma, soprattutto quelle caratteristiche fisiche e tecniche difficili da trovare nel calcio moderno, lo portano nella capitale, sponda giallorossa. La Roma se lo assicura per un costo complessivo di 16 milioni di euro tra prestito e riscatto. Rimarrà due anni e mezzo ricchi di gol e soddisfazioni personali ma anche di problemi fisici che ne rallentano in qualche modo la crescita calcistica. Dopo l’approdo a Trigoria arriva anche la prima rete in nazionale l’11 settembre 2012 nel vittorioso 2-0 contro Malta. L’esordio in azzurro, invece, era avvenuto qualche mese prima, ad agosto. Mattia aveva solo 21 anni e stava bruciando le tappe che l’avrebbero portato a diventare un top player con la 9 dietro le spalle.
Poi qualcosa si rompe, come se l’effetto di qualche pozione magica, che l’aveva interessato nei suoi primi tre di calcio dei grandi, iniziasse a venire meno. Si aveva come l’impressione che tutto quello che aveva mostrato al mondo sino a quel momento fosse solo un bellissimo sogno. Possibile? In effetti nel gennaio del 2015 Mattia va al Milan e sino a fine stagione fa registrare solo 3 reti in 15 partite, troppo poche per convincere la dirigenza rossonera a esercitare il diritto di riscatto a 15 milioni e mezzo. A fine campionato la Roma lo vende per 10 milioni al Bologna. In Emilia Mattia vivacchia fornendo numeri da attaccante di scorta, infatti, le reti saranno 29 in quattro stagioni e mezzo.
L’impressione che quel ragazzotto avesse le carte in regola per prendere l’eredità di Bobo Vieri esplose in una illusoria bolla onirica. Sogno impreziosito da quel gol da centrocampo contro il Verona quando vestiva la maglia del Milan: rilancio del portiere, stop di petto spalle alla porta all’altezza del cerchio del centrocampo e parabola magnifica di oltre 40 metri. Il Mattia Destro degli ultimi anni era solo l’emblema di “ciò che poteva essere ma non è stato”. Poi, alla soglia dei 30 anni, quelli che per molti attaccanti hanno rappresentato la vera esplosione e maturità realizzativa, quel ragazzotto sembra essersi improvvisamente svegliato da un torpore durato anni.
Lo scorso campionato col Genoa ha fatto registrare solamente 8 presenze senza andare mai a segno quest’anno, invece, prima per Maran e poi per Ballardini Mattia è il titolare inamovibile dei grifoni. Sono già 7 le sue marcature al netto di 15 presenze. Ha ripreso a segnare in tutti i modi: di testa, di destro, di prima intenzione o dopo aver scartato il suo diretto avversario. Soprattutto, ha ripreso a segnare quando c’è stato bisogno di mostrare freddezza sotto porta, cosa impossibile da fare se la testa e il cuore non sono sereni. Come detto, Di Natale e Toni hanno dimostrato che dai 30 anni può iniziare una nuova carriera, per Mattia si tratterebbe solo di riprendere da dove aveva lasciato tanto tempo fa per poter finalmente rispondere ad una domanda: sogno o son Destro?