Qatar2022. Tempi di recupero “monstre”. Ecco il motivo

Pierluigi Collina, presidente della Commissione Arbitri della FIFA
Pierluigi Collina, presidente della Commissione Arbitri della FIFA

Sarà certamente balzato agli occhi di tutti gli spettatori l’abbondante recupero che ha contraddistinto praticamente tutte le partite disputate fino a questo momento, un discorso che è valso sia nel primo che nel secondo tempo dei match. I tempi di recupero, difatti, non sono mai andati al disotto dei 12′ totali sino a toccare i 29′ di Inghilterra-Iran.

A parlare del tema, nelle scorse settimane, era stato Pierluigi Collina, presidente della commissione arbitrale Fifa. I direttori di gara saranno “molto attenti” al tempo di gioco effettivo, aveva detto. E ancora: “Vogliamo evitare partite con 42, 43, 44 minuti di tempo effettivo, è inaccettabile. Quindi i tempi per le sostituzioni, i rigori, i festeggiamenti, le cure mediche o ovviamente il Var, dovranno essere compensati.”. Anche Gianni Infantino, presidente della Fifa, prima dell’estate aveva fatto una riflessione sullo stesso argomento: “In ogni partita c’è molto tempo perso. C’è bisogno di rivedere qualcosa perché gli spettatori pagano per vedere 90 minuti di calcio, mentre le gare durano 50 minuti. Non dico di arrivare a 100 minuti, ma senza dubbio il tempo di recupero che concede l’arbitro deve essere legato strettamente ai minuti persi durante la partita”. Gli arbitri, quindi, con i maxi-recuperi stanno solo mettendo in pratica – non senza qualche polemica – le indicazioni arrivate dalla Fifa per cercare di aumentare il tempo effettivo di gioco. 

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