Dodici anni senza Mondiali

Gli azzurri sono nuovamente fuori dai Mondiali
Gli azzurri sono nuovamente fuori dai Mondiali

Dodici anni senza un Mondiale! Sará questo lunghissimo lasso di tempo quello che divide l’Italia e gli italiani dalla partecipazione ai campionati mondiali di calcio (sperando di esserci a quelli del 2026 in Stati Uniti, Messico e Canada). Gli ultimi a cui gli azzurri hanno preso parte sono stati quelli del 2014 in Brasile: esordio da favola con la vittoria per 2-1 contro l’Inghilterra e poi le sconfitte contro Costa Rica e Uruguay Che costarono l’eliminazione al primo turno.

Dopo la clamorosa disfatta del 2018 nello spareggio contro la Svezia: sconfitta 1-0 all’andata e pareggio 0-0 al ritorno. Il ct Ventura messo alla gogna per presunta manifesta incapacità e le colpe di un intero movimento calcistico nazionale nascoste sotto il tappeto. Stadi, risultati delle italiane in Europa, settori giovanili, serie minori, calcio dilettantistico, Coverciano e tutto il resto non avevano responsabilità, il vero e unico colpevole era Giampiero Ventura. E via a nascondere i problemi sotto un tappeto di pigrizia e presunzione, entrambe alimentate dal fantastico Europeo del 2020 vinto da Mancini e dai suoi ragazzi.

Un Europeo in cui tutto, ma proprio tutto, è girato nel verso giusto. Merito sicuramente di un lavoro eccezionale del ct e del suo staff. Intorno alla nazionale, però, non cambiava nulla e la polvere continuava ad essere accumulata sotto il tappeto, sino a ieri quando è esplosa da sotto quell’italico tappeto. La sconfitta di ieri contro la Macedonia è stata forse il punto più basso della storia della nazionale azzurra. Perdere contro una squadra che occupa il 68° posto del ranking Fifa senza mai riuscire ad impensierirla è qualcosa di inaccettabile per l’Italia. Si è pensato alla finale con il Portogallo snobbando l’impegno di ieri sin dalla vigilia con dichiarazioni poco opportune per dei professionisti di quel livello. Si sono risparmiati Zaniolo e Scamacca per Ronaldo e compagni. Si è scelto di convocare Joao Pedro senza pensare che dopo Immobile il calciatore italiano ad aver segnato di più nel 2021 è Massimo Coda: il primo con 27 reti, il secondo con 22. Ad onor di cronaca ci sarebbe anche Kelvin Yeboah autore anche lui di 22 reti tra WSG Tirol e Sturm Graz. Coda non è stato lontanamente preso in considerazione eppure è l’unica prima punta italiana capace di finalizzare e cucire il gioco. Ah ma gioca in Serie B. Vero, ma chi se ne frega! Non abbiamo più Vialli, Vieri, Inzaghi, Toni, giusto per parlare delle nostre prime punte. In fondo, però, il discorso non è nemmeno Coda si o Coda no; Zaniolo e Scamacca lasciati in tribuna; Insigne spento che trotterella in campo; Donnarumma eletto fenomeno senza ricordare che proprio noi, di portieri fenomenali, ne sappiamo più di qualcosa.

Il problema di fondo è che tutta quella polvere è esplosa scaraventando in aria il tappeto e tutto il resto. La nostra squadra più rappresentativa ultimamente è sempre più spesso sui giornali per inchieste giudiziarie che per meriti sportivi; in Europa le uniche due squadre quest’anno sono la Roma e l’Atalanta e non è un caso. La prima guidata da un allenatore che può piacere o meno ma che ha chiaramente una dimensione internazionale, la seconda la mentalità internazionale se l’è costruita andando avanti per anni per la propria strada, fregandosene degli usi e costumi del calcio italico. Tutto il resto è tale e quale così com’era trent’anni fa. Dei cinema con i seggiolini in legno che trasmettono film già visti e che, purtroppo per gli italiani che amano il calcio, con dei finali scontati quando si tratta di oltrepassare i confini nazionali: l’Italia del calcio è fuori!

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