Il primo turno di Champions League lascia in eredità un bottino sulla carta molto amaro per le italiane: appena 4 punti in altrettante partite. Se si pensa che tre di questi quattro punti arrivano dalla vittoria della Juventus sul Malmo di Tomasson la fotografia che ne deriva sembra sconfortante. In realtà Atalanta, Inter e Milan hanno fornito tutte e tre ottime prestazioni anche se solamente nel caso dei bergamaschi queste hanno mosso la classifica del girone F.
L’Inter europea orfana di Lukaku si è poggiata su Dzeko e Correa, gli uomini che hanno sostituito il belga, sono apparsi meno brillanti rispetto alle prime uscite e hanno sbattuto contro un super Courtois come ha fatto Lautaro, che non ha la freddezza del killer d’area di rigore che aveva Big Rom. I tifosi nerazzurri lo vedono segnare con la maglia del Chelsea con grande nostalgia, ma devono essere fiduciosi perché contro il Real l’Inter ha dimostrato di essere una squadra solida e con le idee chiare e, come si dice, è mancato davvero solo il gol. La caccia di Inzaghi alla qualificazione sfuggita due volte a Conte ripartirà martedì 28 in una gara chiave contro lo Shakhtar di De Zerbi, battuto a sorpresa all’esordio dallo Sheriff. I tifosi, si diceva, devono essere fiduciosi: al netto del risultato (che comunque resta la cosa più importante), la squadra di Inzaghi alla sua prima uscita in Champions ha dimostrato di avere un’attitudine europea molto più spiccata rispetto agli ultimi anni e lo testimonia un primo tempo chiuso con il 55% del possesso palla frutto di 295 passaggi completati, 40 in più rispetto al Real 13 volte campione. “Giocando così sono fiducioso per il futuro e per la qualificazione” ha detto Inzaghi e devono esserlo anche i tifosi nerazzurri.
Il Milan di Pioli, invece, di gol ne ha fatti addirittura due contro il Liverpool ma è certamente una sconfitta che fa parte del percorso di crescita. Il Milan esce da Anfield con un ko meritato, che alla vigilia era prevedibile, ma con la consapevolezza di essere sulla strada giusta. A Liverpool, certo, è mancata la prestazione ma i rossoneri hanno dimostrato di saper soffrire e di non affondare quando c’erano tutti i presupposti per farlo. Concetto che ha spiegato bene Pioli nella sua solita lucida analisi post gara: “Si è alzato il livello, questa partita ci farà crescere”. Merito sicuramente di un Liverpool che per quasi tutti i 90 minuti ha giocato un grande calcio, quasi sempre padrone del campo. Blackout a parte sul finire del primo tempo con la grande fiammata dei rossoneri. C’è rammarico e un po’ di rabbia nell’ambiente milanista perché, appunto, erano riusciti pure a ribaltarla con due azioni magistrali. Poi nella ripresa i due gol subiti gridano un po’ vendetta con alcuni errori individuali, vedi Maignan e Florenzi. Il primo troppo timido in uscita su Salah, il secondo dimenticando Henderson in marcatura. Errori che hanno condannato il Diavolo, ma che non compromettono il cammino in Champions League, complice anche il pareggio tra Atletico e Porto nell’altra gara del girone.
Infine le note dolci arrivano dal turno del martedì dove una Juve zoppicante in campionato ha gonfiato il petto mostrando la sua ritrovata dimensione europea al pari di un’Atalanta che per lunghi tratti ha schiacciato gli ultimi vincitori dell’Europa League del Villareal. Insomma, se le premesse sono queste non si può che guardare con cauto ottimismo al proseguo delle nostre in Champions.