Il Bayern umilia Messi e il suo Barcellona con uno storico 8-2

Barcellona - Bayern Monaco 2-8
Barcellona - Bayern Monaco 2-8

Che non fosse più il Barcellona di qualche anno fa lo si sapeva ormai da tempi ma che potesse incorrere in un’umiliazione, sportiva, simile non era possibile immaginarlo. Il Bayern, oggi, è nettamente più forte di un Barcellona allo sbando, a cui rifila un tremendo 8-2 che vale l’accesso alle semifinali di Champions League. È più organizzato, più squadra, più convinto della propria identità tattica. Più tutto. A Lisbona i blaugrana completano una stagione da zero titoli con una figuraccia spaziale e chiudono con ogni probabilità l’infelice era Setien. I bavaresi, invece, rafforzano la propria candidatura al Triple, dopo aver vinto Bundesliga e Coppa di Germania: prossimo ostacolo l’ex Guardiola, Lione permettendo.

Griezmann in panchina, dentro Sergi Roberto con Vidal in appoggio a Messi e Suarez: è la mossa con cui Setien vorrebbe dare equilibrio al suo Barça, ma si rivela un flop, perché la partita gli sfugge di mano fin da subito. Se i blaugrana sono ancora vivi dopo 20 minuti è perché un goffo autogol di Alaba pareggia la rete segnata da Müller dopo appena 3 giri di lancette (gran sponda di Lewandowski). E anche perché il Bayern, fermo da oltre un mese, in difesa concede più di qualcosa, rischiando perfino di andare sotto quando un cross di Messi si stampa sul palo. Poi, però, la corazzata di Flick prende ritmo e il Barcellona inizia a imbarcare acqua in maniera imbarazzante. Proprio Sergi Roberto, al 21′, combina il pasticcio che costa il 2-1 bavarese: pasticcia con Semedo, Gnabry capisce tutto e arma il sinistro in diagonale di un ispiratissimo Perisic.

La seconda metà del primo tempo si trasforma in una mattanza, e se Lewandowski non commettesse due inusuali errori a pochi passi dalla porta il Bayern potrebbe andare all’intervallo con un margine superiore al 4-1 che si legge sul tabellone. Goretzka, dominante a centrocampo insieme a Thiago Alcantara nei duelli con De Jong e Busquets, dà un saggio della sua classe al 27′: tocco morbido a scavalcare Lenglet, di prima, e tris di Gnabry che si beve il francese. Passano quattro minuti e Müller beffa ancora un Lenglet in evidente stato confusionale, anticipandolo per la deviazione vincente.

L’unica effimera gioia per il Barça è riservata a Suarez, in una ripresa che raddoppierà il 4-1 del primo tempo: il Pistolero inventa un gran gol mandando al bar Boateng e interrompe così il suo digiuno in Champions lontano dal Camp Nou, che durava da cinque anni. Il 4-2, però, diventa 5-2 in un attimo, perché Davies ridicolizza Semedo, entra in area da sinistra e porge il pallone del quinto gol a Kimmich. “Manita”, senza nemmeno bisogno dei gol di Lewa. Che però proprio non ci sta a non partecipare la festa: di testa firma il 6-2, prima che l’ex Coutinho completi la mattanza con la doppietta che sigilla l’8-2. Messi guarda nel vuoto, mentre il suo Barça si scioglie. Curiosità: delle quattro squadre che si giocheranno il trofeo, tre hanno allenatori tedesche (dopo Tuchel e Nagelsmann ecco Flick). Se si tratta di una casualità o di una tendenza, lo diranno le prossime Champions.

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