La Flop 11 della Serie A del girone d’andata

Che papere Meret! Da “Chi l’ha visto?” il suo compagno Ghoulam. Bernardeschi in crisi d’identità, mentre Belotti paga il suo “peccato originale”.

Meret 4,5: doveva essere la stagione che l’avrebbe portato a contendere a Gigio Donnarumma il posto da titolare per difendere la porta azzurra. Al momento si sta rivelando la stagione che lo sta portando ad essere retrocesso a portiere di riserva del Napoli. Da quando è iniziato questo campionato il giovane portiere ex Spal è incappato in più di qualche “papera”. Da Buffon a Dida, tutti i numeri 1 possono “vantare” errori fantozziani dai quali sono usciti più forti. L’augurio per Meret e per il calcio italiano è che presto possa tornare ad essere quel campione che aveva lasciato intravedere.

Lucioni 5,5: se si guardano i gol subiti il Lecce ha di gran lunga la peggior difesa della Serie A. Il buon Fabio Lucioni, leader del reparto arretrato giallorosso, non può che far parte della “Flop 11”in rappresentanza dei suoi compagni. Molti gol subiti dagli uomini di Liverani arrivano da leggerezze difensive o da mancanza di concentrazione in marcatura. Subire gol fa parte del calcio, ma “regalarli” è un lusso che una squadra che lotta per non retrocedere non si può concedere.

Koulibaly 5: dov’è finito il difensore che completava il podio dei difensori più forti del mondo assieme a Sergio Ramos e a Van Dijk? La sensazione è che non si sia più ripreso dopo l’autogol che ha deciso in negativo la sfida tra Juventus e Napoli della seconda giornata. Forse il suo ciclo al Napoli è terminato e cambiare aria potrebbe farlo tornare ad essere quel gigante insuperabile delle passate stagioni.

Djidji 4,5: chiedere ai tifosi del Torino referenze sul difensore francese. Praticamente sbaglia tutto quello che è possibile sbagliare. In occasione dello 0-7 subito dal Toro contro l’Atalanta almeno 5 gol sono riconducibili a suoi errori che hanno spianato la strada ai giocatori neroazzurri. Ma in Italia difensori che facessero meno danni non se ne trovavano?

Goulham 4: involuzione incredibile che l’ha portato a sparire dai radar della Serie A. Cosa ci sia veramente dietro a questa sua assenza dal campo non è dato saperlo. Sicuramente è stata una perdita importantissima per il Napoli che sino a prima della rottura del crociato del giocatore algerino aveva a disposizione uno dei migliori terzini sinistri in circolazione.

Bernardeschi 5: diciamo la verità, la colpa non è nemmeno completamente sua. Da quando è alla Juventus si sarà dovuto adattare in almeno 5 ruoli diversi. A volte essere eclettico può essere un bene, altre volte potrebbe ritorcersi contro. Nel caso di Federico Bernardeschi sembra essere la seconda opzione perché da quando veste la maglia bianconera non è mai riuscito a esprimersi come le sue qualità atletiche e tecniche potrebbero consentirgli di fare. Quest’anno, poi, non sta riuscendo proprio a fornire prestazioni all’altezza finendo sempre più ai margini degli undici titolari.

Biglia 4,5: stiamo parlando di un giocatore che è stato sino a ieri tra i capitani dell’Argentina, non certo della nazionale di Malta, con tutto rispetto della nazionale maltese. È andato a fondo insieme a tutto il Milan non riuscendo a fare nulla per salvare la nave. Poteva e doveva essere un leader in grado di guidare i suoi compagni fuori dalle acque pericolose nelle quali era andata a finire la squadra, invece non ha saputo fare quello che era lecito aspettarsi da un giocatore della sua esperienza.

Allan 5: tra infortuni, ammutinamenti contro i ritiri punitivi di De Laurentis e la guerra per il rinnovo contrattuale, il vero Allan si è perso per strada. Il campionato pessimo del Napoli trova giustificazione anche nella sua inaspettata assenza. Da un giocatore che si è guadagnato la nazionale verdeoro grazie a grinta e spirito indomito, un girone d’andata così deludente non lo si sarebbe mai potuto aspettare.

Suso 4,5: se Del Piero fu ribattezzato Godot, lui come potrebbe essere definito? Da anni sul punto di diventare il fuoriclasse nel quale tutti si aspettano di vederlo sbocciare senza mai diventarlo veramente. Come se provasse quasi gusto a dispensare delusione d’amore calcistico. Certi giocatori, purtroppo, finiscono la loro carriera con quel maledettissimo “avrebbe potuto, ma…”.

Piatek 5: ma se ti dicono di non prendere la numero 9, perché vuoi sfidare la sorte e prendere la numero 9? Lo scorso campionato è stato un cecchino spietato in grado di scalare velocemente gerarchie di mercato e della nazionale polacca. Che fosse col Genoa, col Milan o con la Polonia il pistolero esibiva le due magnum con le quali “ammazzava” i portieri avversari. Poi ha voluto mettersi dietro la schiena la numero 9 del Milan, ed è finita la magia.

Belotti 5: il peccato originale è stato nel 2017 quando è rimasto al Torino invece che andarsene portando nelle casse dei granata una cifra importante. Forse non sarebbero stati quei 100 milioni tanto ostentati da Cairo, ma sicuramente una somma cospicua per uno dei bomber più forti di quel periodo. Poi l’incantesimo si è rotto e sia lui che il Torino hanno annaspato. Una timida ripresa nella scorsa stagione sembrava avesse fatto tornare il sereno nella squadra di Mazzarri, invece la burrasca era solo rinviata. Una prima parte di stagione decisamente da dimenticare tanto per il capitano del Toro quanto per la squadra. In realtà, proprio Belotti è stato uno dei pochi a salvarsi, ma adesso quel peccato originale chiede dazio.

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