Pagellone di fine anno: dal disastro Ferrari alla memoria di Kobe, Pablito e Diego, passando per Sinner ed Hamilton

Il Pagellone del 2020
Il Pagellone del 2020

Di Pierandrea Fanigliulo

Voto 1: il più basso non può che essere per il Covid-19. Non è ancora il momento per capire realmente da dove sia venuto fuori e perché. La battaglia non è finita sebbene da qualche giorno il vaccino è arrivato in soccorso del genere umano. Purtroppo, infatti, i numeri continuano ad essere aggiornati quotidianamente, numeri che corrispondono ad altrettanti nomi e cognomi e vite soffocate da questo nemico maledetto. Eppure, prima o poi, qualcuno dovrà spiegare tante cose e magari assumersi delle responsabilità.

Voto 2: a quel maledetto elicottero che ha portato via uno degli sportivi più amati degli ultimi trent’anni: Kobe Bryant che di anni ne aveva 42. È stato il più forte degli umani nel suo sport, davanti a lui solo Michael Jordan, che di umano non aveva nulla. Quel 26 gennaio del 2020 viaggiano assieme a lui la figlia di 13 anni Gianna Maria; l’allenatore di baseball John Edward Altobelli, la moglie Keri e la figlia Alyssa, 13 anni e compagna di squadra di Gianna Maria alla Mamba Sports Academy; Christina Mauser, 38 anni, era assistente allenatrice di pallacanestro della Harbour Day School; Sarah e Payton Chester, l’altra compagna di Gianna Maria; Ara Zobayan, il pilota.

Voto 3: alla Ferrari che chiude un altro anno fatto di doppiaggi subiti e brutte figure in pista e nei box. Sono lontani i tempi in cui il cavallino rampante tagliava il traguardo per primo sverniciando i suoi avversari di rosso Ferrari. Un capro espiatorio, ovvero Sebastian Vettel, ha lasciato la scuderia di Maranello per accasarsi all’Aston Martin. Molti si son nascosti dietro di lui per celare le proprie colpe ma dal 2021 non ci saranno più nascondigli dietro cui annidarsi.

Voto 4: alla LND, Lega Nazionale Dilettanti. Sarebbe potuta essere l’occasione giusta per rifondare l’intero sistema che da anni stenta tra stipendi non pagati, società scomparse, ripescaggi ridicoli e situazioni tragicomiche da Nord a Sud. Invece una continua incertezza sta buttando definitivamente sul lastrico squadre e leghe. Se anche i settori giovanili latitano la responsabilità è anche delle prime squadre che non hanno più ragione d’esistere. Qualcuno dovrebbe assumersi le proprie responsabilità.

Voto 5: alla lotta al razzismo nel calcio. L’ultimo episodio di Cavani, squalificato per tre turni dalla FA per un post su Instagram che, secondo la commissione nominata per il caso, ha violato le norme anti-razzismo, è francamente incredibile. Che esista ancora questa piaga sociale è inammissibile del 2021 ma che venga contrastata sfiorando il ridicolo ne inficia il fine ultimo.

Voto 6: alla nazionale italiana di calcio che finalmente sembra sulla via della redenzione guadagnando un posto nelle Final Four della Nations League. Il percorso è ancora lungo anche se Mancini sembra aver tracciato una rotta che, a prescindere dagli interpreti, viene percorsa con risultati e gioco. Arriviamo agli Europei con la voglia di stupire avendo davanti nazionali ben più attrezzate; bisogna ricordarsi, però, che noi siamo sempre l’Italia.

Voto 7: a Jannik Sinner diciannovenne originario di Sesto Pusteria. Il tennis italiano, ma non solo, sembra aver trovato l’erede dei vari Federer, Nadal e Dokovic. Ha già vinto 1 titolo ATP, conquistato a Sofia nel 2020, grazie al quale, a 19 anni e 2 mesi, è diventato il tennista italiano più giovane ad aver vinto un torneo nell’era Open. Nelle prove del Grande Slam ha raggiunto i quarti di finale al Roland Garros nel 2020, risultando anche in questo caso il tennista del proprio Paese più precoce a spingersi così avanti in un Major. Insomma, se continuerà a lavorare sodo, il futuro del tennis sarà suo.

Voto 8: a Lewis Hamilton. Rappresenta l’altra faccia della medaglia della Formula1, quella che vince e sorride a dispetto dei pianti dei ferraristi. Con la vittoria dell’ultimo campionato è diventato il più vincente campione nella storia della Formula 1 conquistando 7 titoli mondiali. È inoltre il pilota che ha ottenuto più vittorie (95), podi (165) e pole position (98) nella storia della competizione. Oltre ai numeri che non permettono repliche, uno stile di guida perfezionato negli anni e che non intende lasciare il passo nelle prossime stagioni. Sul podio di questo 2020 è giusto lasciare uno spazio anche per lui.

Voto 9: alla memoria di Pablito Rossi. Questo stramaledetto 2020 è riuscito a portarsi via anche lui, il giocatore normale divenuto eroe, tanto da meritare il Pallone d’Oro del 1982. Fu l’anno in cui si prese il mondo con la nazionale azzurra vincendo il titolo di capocannoniere che permise di alzare al cielo la Coppa del Mondo. Un sorriso che illuminava il suo viso sempre gentile è uno dei ricordi che lascia agli sportivi di tutto il mondo.

Voto 10: alla memoria di Diego Armando Maradona. Il voto più alto non poteva che andare a chi quel numero l’ha reso uno dei simboli più diffusi e identificanti del genere umano. La sua vita è stata un’opera d’arte dai colori abbaglianti; talmente forti da illuminare interi popoli ma, allo stesso tempo, da bruciare la sua stessa vita. Gracias Diego!

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